Cosa significa essere il genitore di un atleta

genitori di un atleta

Molto spesso, mentre attendo l’inizio dei miei allenamenti, mi soffermo sugli spalti della piscina ad osservare i corsi di nuoto e le attività che si susseguono in vasca.

Accanto a me, con sguardo stanco e soddisfatto, siedono i genitori dei piccoli agonisti. Con loro a volte chiacchiero e rimango sempre affascinata dal modo in cui mi raccontano della loro vita piena, estenuante ma anche carica di gioia e di orgoglio.

Ogni normale famiglia ruota intorno a ritmi serrati ma ben definiti. Una sera però, l’allenatore ferma un genitore e fa presente quanto il giovane figlio sia dotato nel nuoto e gli propone di iniziare a “fare agonismo”. Tutto ciò rende pieni di soddisfazione mamma e papà che non si rendono conto che a breve la loro vita cambierà radicalmente.

Essere il genitore di un nuotatore non significa soltanto assistere alle sue vittorie, vedere il corpo del proprio figlio trasformarsi in modo sano e proporzionato e la mente forgiarsi con maggiore disciplina.

Essere il genitore di un nuotatore è faticasacrificiostanchezza. Se tutti gli altri possono svegliarsi prima dell’orario della scuola, la maggior parte dei genitori dei nuotatori si alza prima degli atleti per preparare loro la colazione, quando ancora la città ed i coetanei dormono.

Giorno dopo giorno, oltre a lavare i vestiti dei figli, occorre prendersi cura di costumi, “costumoni”, asciugamani e di tutte l’attrezzatura del nuoto.

Se pensiamo poi ai weekend ci renderemo conto di quanto gli stessi siano votati ai piccoli e grandi atleti con le gare in città o fuori porta, le trasferte ed i rientri appena in tempo per organizzarsi per l’inizio della settimana successiva.

Essere genitore di un nuotatore significa fare i conti con il nuoto per ogni propria attività: sincronizzare il proprio calendario con quello delle gare ed il proprio portafoglio, tenendo conto delle spese non solo per la scuola ma anche per il nuoto.

Così come non esiste un modo migliore o peggiore per essere un genitore, non ci sono regole prestabiliti da seguire per chi ha un figlio, o più, nuotatore.

Parlando però con coloro che sugli spalti della piscina ricercano ed incrociano gli sguardi con quelli dei propri piccoli ho imparato che non soltanto i genitori sono orgogliosi dei propri figli, ma sono soprattutto i piccoli atleti a provare orgoglio per i propri incredibili genitori!

Scritto da: ArenaWaterInstinct

Che impatto ha la privazione del sonno sulla prestazione?

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Il riposo è una componente essenziale all’interno della preparazione ed è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Negli ultimi anni è diventato sempre più chiaro come la qualità delle prestazioni di un atleta dipenda da diversi fattori.  La condizione atletica, la preparazione mentale, la nutrizione, l’idratazione e non ultima la qualità e quantità di sonno.

In questo articolo vogliamo soffermarci su quest’ultimo aspetto, troppe spesso sottovalutato, specialmente dagli atleti stessi. Il riposo infatti è una componente essenziale all’interno della preparazione ed è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Perché è così importante il sonno?

1. Migliora i tempi di reazione.

In uno sport che richiede la massima reattività e dove anche un centesimo può fare la differenza tra vittoria e sconfitta, riposare bene diventa fondamentale. Recenti studi hanno dimostrato che la privazione del sonno richiede diversi giorni di recupero e può ridurre i tempi di reazione oltre del 200%.

2. Più velocità

Uno studio dell’Università di Stanford ha dimostrato come un ciclo di sonno regolare e prolungato nel tempo per alcune settimane, porti benefici sulla velocità di percorrenza e sul miglioramento generale della prestazione.

3. Riduzione degli infortuni

Uno studio dell’Università della California   ha messo in relazione le ore di sonno dormite e gli infortuni, dimostrando che vi è una correlazione diretta tra l’aumento di quest’ultimi e la qualità del riposo.  L’equazione è molto semplice:

mancanza di sonno = – recupero – reattività + sistema immunitario stressato = infortunio

Quindi che consigli puoi trarre da queste tre considerazioni?

1. Personalizza i lavori.

Non essere troppo esigente con te stesso. Non siamo tutti uguali, ognuno di noi ha una soglia differente di sopportazione della fatica. Distingui e diversifica il lavoro in base alle tue esigenze. Quando sei stanco, riposa. Questa sarà la tua priorità.

2. Ascolta il tuo corpo e riposa in maniera appropriata.

Pensa a quanti impegni sei costretto ad affrontare giornalmente. Studio, lavoro, famiglia. A volte manca il tempo necessario per riposare. Ascolta il tuo corpo se ha bisogno di recuperare. Fermati e presta la massima attenzione ai segnali che ti manda. Ti accorgerai che il duro lavoro senza il giusto riposo non solo peggiora le tue prestazioni ma anche la tua salute.

3. Fermati se necessario!

Quando senti che il tuo corpo non funziona correttamente e dà i segnali di pericolo – come stress, svenimenti, stanchezza eccessiva – fermarsi immediatamente è la cosa migliore. Forse hai bisogno di ridurre il carico di lavoro e riposare di più e meglio.

Un vecchio adagio recita: siamo quello che mangiamo. Per gli atleti potrebbe essere trasformato in produciamo (in termini di performance) in base a quello che riposiamo.

Se per ognuno di noi il riposo è importante, per un atleta diventa fondamentale. Se sei un atleta impara che il dormire ha un grande impatto sulle tue prestazioni.

Post by ArenaWaterInstinct